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04/09/10

Buttitta Cantastorie a Marineo


Studi recenti hanno evidenziato il carattere fortemente selettivo della memoria umana. Oggi si sa molto più di ieri sul suo funzionamento. Le varie scienze che se ne occupano hanno spiegato le ragioni per cui non si può ricordare tutto nella vita, rilevando anche l’utilità della dimenticanza e la sua necessità biologica.
   Ma ci sono cose e persone che non si possono dimenticare. Tra queste, per me, occupa un posto centrale Ignazio Buttitta.
   Devo, infatti, in gran parte a lui la mia prima iniziazione politica. Più precisamente ad un suo testo – il famoso Lamentu pi la morti di Turiddu Carnivali – scritto dal poeta nel 19561, che ho sentito cantare, per la prima volta nei primi anni sessanta, dall’indimenticabile Cicciu Busacca. La voce tagliente di questo grande cantastorie è penetrata nel profondo del mio cuore quando avevo meno di quindici anni e da allora la sento ancora risuonare dentro di me insieme agli splendidi versi del poeta:

     Ancilu era e nun avia l’ali
   ….nun era santu e miraculi facia
     ncelu acchianava senza cordi e scali
     e senza appidamenti nni scinnia
     era l’amuri lu so capitali
     e sta ricchizza a tuttila spartìa
     Turiddu Carnivali nnuminatu
     e comu Cristu murìu ammazzatu

   Mauro Geraci in un suo bel saggio2 ha documentato i rapporti stretti che hanno legato in vita Ignazio Buttitta e Cicciu Busacca e nel Convegno che abbiamo organizzato credo che fornirà ulteriori elementi che aiutino a capire le ragioni della feconda collaborazione che c’è stata tra i due. Erano entrambi dei grandi cantastorie: Cicciu e‘Gnaziu hanno formato una coppia davvero straordinaria. Insieme, oltre a girovagare con i poveri mezzi del tempo per i paesi della Sicilia contadina, hanno girato il mondo - da Roma a Parigi, da Milano a Mosca – ottenendo consensi dappertutto.
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   Secondo alcuni studiosi Ignazio Buttitta ha avuto poco a che fare con la poesia colta, e nulla a che fare con “quella pletorica (…) arcadietta di nostalgici di colore locale che scrivono in dialetto le loro malinconie”1;  Pasolini2, forse, la pensava diversamente. Ma non è questa la sede per approfondire la questione.
   Con Marineo il poeta ha avuto un rapporto speciale. Infatti, oltre a dedicare alcune sue composizioni al paese, ed avere dato il suo generoso contributo ad una festa della sezione del PCI locale, che ancora ricordo, ha contributo in maniera decisiva al successo del Premio di Poesia che festeggia domani il suo 36° compleanno.

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1 Il testo ha  avuto una prima edizione nel 1956 ed una seconda, riveduta e corretta,  incisa nel disco intitolato “Lu trenu di lu suli”, nel 1963.
2 M. Geraci, Le ragioni dei cantastorie. Poesia e realtà nella cultura popolare del Sud, Roma 1996.
3 Giorgio Caproni, cit. da Gian Luigi Beccaria, Dialetto, letteratura e Buttitta, in Atti del Convegno organizzato dalla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Universita di Palermo nel dicembre 2000, pag.43.
4 Cfr. P. P. Pasolini, Scritti corsari, Garzanti, Milano 1975, pp. 179-183.   



Colgo l'occasione per ricordare a tutti che il prossimo 19 settembre al Castello Aragonese di Marineo si terrà un Convegno in memoria del poeta bagherese che si concluderà con uno spettacolo musicale.


Il Convegno è organizzato dal Centro Studi e Iniziative di Marineo e dalla Pro-Loco, in collaborazione con la Fondazione Buttitta di Palermo.

Tutti sono invitati a partecipare.




FRANCESCO VIRGA

4 commenti:

  1. Carissimo Franco,
    permettimi di aggiungere un mio piccolo contributo. Su youtube esiste una versione molto bella del "Lamentu pi la morti di Turiddu Carnivali". Purtoppo non sono riuscito a trovare la versione cantata da Cicciu Busacca, ma questa è altrettanto bella e riporta in maniera integrale il testo di Ignazio Buttitta.
    Questo è il link:
    http://www.youtube.com/watch?v=Il_bhS3Ur1M&feature=related

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  2. Toto' Randazzo autore Marinese e' stato un amico di Ignazio Buttitta, dalla sua morte ne inneggia e recita le sue poesie con tanta passione. Carlo Puleo noto poeta e scultore, ha viaggiato e decantato i pregi di Ignazio. Ma loro non vengono accennati, Ciccio Virga, fa sempre raccolta di ciliegie: se non sono abbastanza "rosse" non si toccano!

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  3. mancava il commento cretino!

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  4. Francu si cogghi li russi cirasi
    e cent'anni ti pari ca lu vasi

    Totò Rannazzu li rapparini gialli
    ca su maturi e boni pi mancialli

    Carlo Puleo si cogghi lu zibibbu
    chiddu accussi bonu d'arristari babbu

    Iu mi cogghiu li luppina virdi
    ca mi li manciu e m'affaccianu li spirdi

    Ma tu ca di Francu nni vò fari la disfatta
    mancu ti sa cogghiri na ficu menza sfatta...

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